Quando si parla di presse piegatrici, siamo nel campo delle macchine industriali, ovvero dei cosiddetti beni durevoli.Questa dicitura racchiude un mondo di aspetti che non vanno trascurati. Innanzitutto, per durevole si intende un investimento che dovrebbe rimanere in azienda a lungo, per questo è importante scegliere oculatamente il fornitore adatto. Le presse piegatrici sono macchine estremamente versatili e all'apparenza molto semplici. Pertanto, non si deve mai sottovalutare l'importanza di scegliere le presse piegatrici che sappiano trasferire sui propri prodotti il giusto valore aggiunto necessario a rimanere competitivi sul mercato. Qui i cinque elementi da tenere in considerazione nella scelta del fornitore: La qualità prima di tutto Come detto più volte, il mercato di oggi premia il valore aggiunto di ciò che è prodotto e la capacità delle aziende di saperlo proporre. Come si può pretendere di ottenere qualità senza gli strumenti adeguati? Inutile girarci intorno: le presse piegatrici sono macchine che devono durare anni e rimanere affidabili nel tempo. Sarà la compagna fedele di uno o più operatori che lavoreranno tanto meglio quanto più la macchina sarà adatta alle esigenze dell'azienda. Diffidate delle offerte troppo allettanti da essere realistiche perché, purtroppo, non tutti i fornitori propongono la giusta qualità al miglior prezzo sul mercato. L’assistenza Tutte le presse piegatrici, anche le più affidabili, possono avere dei problemi; e gli operatori, specie all'inizio, hanno bisogno di chiarimenti su come comportarsi per risolvere il problema. Affidarsi ad un fornitore che, una volta venduta la macchina, non risponde più al telefono o interviene a carissimo prezzo e quando vuole lui, significa ritardi nelle consegne. In altre parole, mancanza di qualità nel servizio: proprio ciò di cui le aziende non hanno bisogno. L’usabilità delle presse piegatrici La tecnologia va avanti, ma ci sono sistemi e sistemi. Esistono controlli numerici estremamente semplici e intuitivi che fanno le stesse cose di altri scenografici ma complessi. A che serve la tecnologia se non è amica di chi la utilizza? Ma non solo: come si può imparare senza qualcuno che spieghi con chiarezza il funzionamento dei propri prodotti? La possibilità di ottenere soluzioni su misura Molte volte si resta incantati dalla percezione di grandezza che molti big-players danno di sé. Sicuramente le dimensioni e la forza di un'azienda non arrivano mai per caso, ma è pur vero che se abbiamo bisogno di soluzioni fuori dallo standard, ovvero personalizzabili, forse dobbiamo pensare di rivolgerci altrove. Ora, in un mercato orientato verso i lotti molto ridotti di pezzi spesso speciali e di alta qualità da consegnare in tempi strettissimi, siamo proprio sicuri che una macchina identica ad altre migliaia faccia proprio al caso nostro? Non sarebbe interessante avere la possibilità di poter scegliere ciò che più si addice alle nostre esigenze produttive? La cura prestata ai dettagli Non è affatto un argomento scontato, anzi. La qualità di un fornitore traspare anche da come si presenta. Un bel sito web, la cura delle immagini e delle spiegazioni dei prodotti, la stessa cura estetica e funzionale riservata alle proprie macchine sono sintomi di passione per il proprio lavoro. Ricordiamoci che tutte le aziende sono fatte di persone e solo chi ambisce alla perfezione sotto ogni aspetto raggiunge dei risultati e può dirsi in grado di poter soddisfare le esigenze dei clienti. Ci sono molte aziende in cui i cataloghi sono confusi, le macchine di cento colori diversi e le descrizioni fumose o copiate da altri: ciò che ne traspare è un'immagine di provvisorietà e un indice di trascuratezza verso la qualità dei propri clienti.
Il mercato estremamente competitivo dei nostri giorni porta le aziende a percorrere la strada dell’aumento di efficienza unita alla riduzione degli sprechi. È davvero possibile ottenere entrambi? Sì, senza dubbio; se si gioca la carta dell'innovazione tecnologica. Nel settore delle presse piegatrici esiste oggi un sistema estremamente interessante per produrre più pezzi, più velocemente e con un occhio di riguardo all'ambiente: si tratta del sistema ibrido Vicla. Rappresenta l'avanguardia e la naturale evoluzione delle presse idrauliche sincronizzate che, grazie alla tecnologia ibrida, raggiungono livelli prestazionali impensabili fino a poco tempo fa. Sarà utile spiegare perché parliamo di tecnologia ibrida: innanzitutto perché unisce il meglio dell'idraulica e dell'elettrotecnica, gestite da un'elettronica sopraffina. Vediamone i vantaggi. Produrre più pezzi Grazie alla presenza di due potenti motori brushless si ottiene una gestione fluida ed estremamente precisa del movimento della traversa. Gli utensili superiori deformano i pezzi con estrema precisione e ripetibilità, gli spostamenti raggiungono precisioni millesimali per una esperienza di piegatura completamente nuova. Quante volte, se le pieghe dei pezzi non sono costanti nei gradi, si punta il dito esclusivamente al materiale? Ebbene, con il sistema ibrido Vicla emergono tutti i limiti delle macchine che abbiamo sempre usato. Avere finalmente a disposizione un punto morto inferiore calibrato al millesimo rende tutto molto più semplice ed è proprio così che la produttività aumenta. I motori brushless, veloci e precisi, sono direttamente collegati a due piccole camere d'olio. Questo significa che la macchina dotata del nuovo sistema ibrido Vicla ha un'idraulica molto più snella ed efficace. L'olio utilizzato per azionare la traversa è in quantità molto minore rispetto ad una pressa idraulica tradizionale. Il risultato è in maggiore precisione non risentendo il sistema ibrido Vicla delle escursioni termiche come succede invece alle macchine tradizionali. In piegatura una macchina precisa è senza dubbio il miglior mezzo per aumentare la velocità di esecuzione dei pezzi. Minori consumo e impatto ambientale In una pressa idraulica tradizionale una pompa di grandi dimensioni rimane attiva costantemente, che la macchina stia piegando o meno. Si assiste in questo modo ad una dissipazione di energia e di calore molto elevati e totalmente inutili. Con il sistema ibrido Vicla il consumo è strettamente legato al reale utilizzo della macchina (la quale consuma solo quando è in attività). I motori elettrici brushless muovono la traversa (consumando energia) solo all'azionamento del pedale, per il resto sono spenti. Ciò significa il consumo della pressa piegatrice è a livelli minimi ogniqualvolta ci sia la necessità di cambiare utensili, programmare il controllo e durante tutta la grande quantità di fasi che non prevedono il movimento della traversa. Un altro aspetto che rende veramente green il sistema ibrido Vicla è la minore quantità di olio utilizzata rispetto ad una pressa idraulica tradizionale. I costi di sostituzione e smaltimento si riducono drasticamente, in altre parole: più risparmio e meno impatto ambientale. Nella competizione che il mercato impone, innovare non è più un’opzione bensì una scelta obbligata. E Vicla propone di innovare tramite il suo sistema ibrido, offrendo prestazioni mai viste, nuovi livelli di produttività, precisione e risparmio.
Tutti ricerchiamo la velocità in produzione, caratteristica che, tradotta in altri termini, significa efficienza di processo. Ma cosa s’intende per velocità? Una pressa piegatrice veloce non è quella i cui assi di movimento Y, X, R ed eventualmente Z vengono azionati più rapidamente di un’altra. La velocità di una pressa piegatrice la si deve giudicare solamente in funzione della qualità dell’apporto che fornisce all’intero processo produttivo. Per questo è importante e interessante conoscere le evoluzioni della tecnologia, con i limiti ad essa connessi via via superati: serve per poter scegliere la macchina più veloce in funzione di ciò che facciamo e di quello che il mercato offre. La velocità rappresenta una componente quanto mai relativa che solo assieme ad un costruttore di presse piegatrici evoluto può essere raggiunta e superata grazie alle proposte che più si addicono alle tue esigenze. Ma prima è assolutamente necessario fare una piccola carrellata sulle tecnologie ormai in disuso ma che, a loro modo, hanno contribuito al raggiungimento degli standard odierni. Se la piegatura “a tre punti” (vedi il manuale di pressopiegatura) ruota attorno ad un concetto tutto sommato apparentemente semplice, molteplici sono state nei decenni le tecnologie che hanno tentato di ottenere lo stesso effetto, ossia l’avvicinamento controllato di un punzone ad una matrice nel modo più rapido e preciso possibile. Presse meccaniche Ormai in disuso, hanno segnato gli albori della piegatura. Collegate ad un volano e ad un movimento simile alle presse eccentriche da stampaggio, fornivano una spinta concentrata e apparentemente molto rapida. Infatti, in assenza di una grande precisione o di registri regolabili comodamente, la sola velocità della traversa Y diventa del tutto insufficiente nell’ottica di un reale miglioramento del processo. Da aggiungere sicuramente il fatto che risultavano essere molto pericolose. RG Promecam Sicuramente tra le macchine più storiche. Prodotte dalla ormai scomparsa azienda francese Promecam, prevedeva una anticonvenzionale risalita del banco in luogo della classica discesa della traversa su cui vengono fissati i punzoni. Presse idrauliche a barra di torsione Apparentemente identiche alle idrauliche sincronizzate utilizzate anche al giorno d’oggi, rappresentano in tutto e per tutto le loro antesignane. I due cilindri venivano sincronizzati nella discesa attraverso l’utilizzo di un semplice sistema di leverismi collegati ad una barra di torsione. I fine corsa, invece, erano spesso costituiti da due chiocciole mosse da alberi a giunti cardanici che spostavano, di fatto, le battute di arresto dei cilindri. Presse idrauliche sincronizzate Rappresentano la grande maggioranza delle macchine utilizzate nelle carpenterie moderne. I due cilindri sono indipendenti e governati dall’azione di apposite valvole proporzionali. Possono essere considerate un ottimo compromesso per il raggiungimento della massima velocità di esecuzione di cui abbiamo bisogno. Se aggiungiamo infatti che ad una tecnologia ormai matura e affidabile possiamo aggiungere accessori come registri posteriori multi-asse, accompagnatori, controlli numerici grafici e molto altro, potrebbe rappresentare sicuramente la tecnologia che fa più al caso tuo. Presse idrauliche ibride A volte chiamate superficialmente elettriche, rappresentano piuttosto la naturale evoluzione delle idrauliche sincronizzate. In questo caso la velocità è molto elevata, grazie all’abbinamento di una precisione sconosciuta alle tecnologie precedentemente descritte. Il segreto è la presenza di due motori brushless che movimentano in maniera diretta due camere d’olio separate e molto più piccole. Ne consegue che la velocità e la precisione vengono così accompagnate da consumi estremamente ridotti. Presse elettriche Rappresentano una nicchia che le vede più adatte a specifici tipi di lavori. Possono essere movimentate con delle cinghie o delle viti a ricircolo in trazione o compressione. Un altro aspetto molto importante, anche se non sembra assolutamente connesso con la velocità, è la dimensione della pressa piegatrice. Ragionando infatti in termini di velocità di flusso e non di singola macchina, è da prendere in considerazione la possibilità di dotarsi di una pressa piegatrice dalle dimensioni compatte o molto compatte. Questo vale soprattutto per un terzista con una produzione reale che preveda l’80% o oltre di pezzi sotto i 1500-2000 mm di lunghezza di piega. Una valida alternativa dunque può essere anche affidarsi ad un costruttore che possa avere nel proprio catalogo una macchina piccola ed estremamente veloce che sgravi buona parte del lavoro in termini di varietà e cambi attrezzaggio.
Oggigiorno è possibile avere assieme velocità e precisione nella piegatura della lamiera, basta saper scegliere la più adatta pressa piegatrice: per realizzare un matrimonio apparentemente impossibile infatti, è necessario dotarsi di una pressa piegatrice che sia un reale valore aggiunto per la filiera produttiva. Oggi scopriremo quali sono gli aspetti più importanti – e spesso sottovalutati - da considerare per poter avere finalmente nella tua azienda velocità e precisione allo stesso tempo. La piegatura della lamiera infatti porta con sé delle problematiche fisiologiche, rappresentate innanzitutto da diversi fattori di variabilità ambientali e del materiale. La filiera produttiva di un pezzo in lamiera è simile ad una catena, che inizia con un’idea sviluppata in un ufficio tecnico, successivamente abbozzata in fase di taglio e subito dopo “resa viva” e dotata di volume dalla pressa piegatrice. Se ogni maglia della catena non è di alta qualità e ben lubrificata, il movimento della tua azienda rischia di bloccarsi o di lavorare male, con perdite inaccettabili in termini di rapidità ed efficienza. Per questo motivo è controproducente investire in maniera disomogenea sulle tecnologie di cui hai bisogno. Ad esempio: non è ragionevole pensare di poter abbattere sufficientemente gli sprechi acquistando una macchina a taglio laser di ultima generazione, campionessa di rapidità, se poi la accompagni ad una piegatrice obsoleta o low cost. Ecco dunque alcuni consigli per non dover per forza scegliere tra velocità e precisione. 1) Scegli una macchina robusta e ben costruita Poter contare su macchine progettate ad hoc e realizzate con cura e qualità è uno dei fattori chiave per garantirsi velocità e precisione allo stesso tempo. In tal senso, il made in Italy è già di per sé un gran bel biglietto da visita, soprattutto dal punto di vista dell’esperienza, della serietà, della capacità e della qualità generale. Contro ogni falso stereotipo infatti, l’Italia rappresenta una delle prime cinque nazioni nella produzione di macchine utensili e non a caso in tutto il mondo il settore riconosce da sempre nelle realizzazioni italiane un grande valore aggiunto. 2) Scegli un costruttore che ti ascolti Si tratta di un tema molto sottovalutato, ma è invece confermato da più fonti che scegliere una buona macchina senza poter disporre di una altrettanto buona assistenza può risultare del tutto controproducente. Potere, ad esempio, contare su un costruttore minore in dimensioni, ma grande nel servizio, fornisce un vantaggio competitivo enorme e difficilmente quantificabile. Ciò che ti serve è trovare un partner che sia disposto a farti visitare la propria sede, parlare con i propri titolari e collaboratori e, ovviamente, in maniera diretta con il proprio service per ogni evenienza. Perché velocità e precisione devono viaggiare assieme anche nell'assistenza. 3) Scegli un costruttore attento alle tue esigenze Se per lavorare con velocità e precisione hai bisogno di un determinato componente o accessorio, è bene innanzitutto che il produttore lo proponga nel proprio catalogo e che, soprattutto, sia in grado di consigliarti in modo trasparente e competente quale sia il migliore per te. Accompagnatori per la lamiera, tecnologia ibrida, registro multi-assi, attacchi utensili rapidi… Tutti dispositivi che non vanno mai valutati come un costo vivo, ma come un vero e proprio investimento per migliorare la qualità e l'efficacia delle lavorazioni. Quindi: in piegatura la velocità e la precisione possono coesistere solamente se si dispone di una macchina di qualità superiore e prodotta da un costruttore serio e disposto ad ascoltare le esigenze del cliente, condizioni ormai indispensabili per poter lavorare fornendo un valore aggiunto. Nessuno dei tuoi clienti infatti sarà mai disposto a pagare il sovrapprezzo dei tuoi sprechi derivati dalla lentezza e dalla bassa precisione della tua macchina, tanto meno in un mercato estremamente competitivo come il nostro. Vuoi scoprire tutto quello che ti serve sapere quando scegli la tua nuova pressa piegatrice? Affidati agli esperti
Quando si parla di piegatrici industriali e della loro importanza all'interno di una azienda per aumentarne la produttività, si associano due termini che, solo superficialmente, potrebbero sembrare strettamente connessi: “efficienza” e “risparmio. Per quanto la connessione tra questi due aspetti sia reale, perché fare efficienza molto spesso ha tra i suoi risultati l'ottenimento di un risparmio –che sia di materiale, di energia, di tempo o di fatica–, si tratta però di due fattori distinti. Efficientare un sistema, una linea di produzione, un processo o anche solo un singolo macchinario significa riuscire a sfruttare al meglio ciò che si ha a disposizione, le sue caratteristiche e le risorse, elementi che devono lavorare in concerto per dare il migliore risultato possibile in base agli obiettivi da raggiungere. Il tutto con un'attenzione alla riduzione degli sprechi. Il cuore della macchina: la zona lavoro La possibilità di personalizzare un macchinario in base alle esigenze operative specifiche dell'azienda che lo andrà poi a utilizzare diventa fondamentale per aumentarne l'efficienza produttiva e, conseguentemente, la capacità competitiva. Nello specifico delle macchine per la lavorazione della lamiera, come le piegatrici industriali, un elemento importante è la zona lavoro. Da questa postazione si gestiscono le operazioni di macchina e si imposta il flusso di produzione, è quindi essenziale riuscire ad assicurare la migliore interazione uomo-macchina, da cui dipende una parte rilevante della qualità finale di ciò che si produce. Il comfort durante le fasi di lavoro e l'ergonomia della postazione sono forse i primi elementi a cui si pensa ma, per quanto importanti, non sono certo gli unici fattori da considerare, determinanti sono infatti i seguenti elementi: l'adattabilità della zona lavoro, che permette di gestire in sicurezza tutte le fasi della lavorazione e di passare agilmente a mansioni diverse, assicurando così la produzione di lotti differenti, anche piccoli, con la massima riduzione delle tempistiche; la configurazione su misura della postazione per un accesso ideale ai vari utensili; il layout della macchina, così da adattarla allo spazio in cui deve essere collocata; la sicurezza, con il rispetto rigoroso della normativa vigente in tema. I cardini dell'efficienza Più in generale poi, nella ricerca dell'efficienza intervengono sia elementi generici, ovvero comuni accorgimenti applicabili a qualsiasi condizione lavorativa, sia fattori specifici che si basano sulle peculiarità di ogni singola lavorazione o esigenza produttiva e possono essere, quindi, differenti da situazione a situazione, anche qualora interessino la stessa tipologia di macchina. La ricerca dell'efficienza diventa quindi un vero e proprio processo strategico aziendale che, oltre a quanto sinora considerato, fa perno su alcuni fattori fondamentali: la collaborazione tra fornitore e utilizzatore. Sapere capire e interpretare le necessità di un'azienda diventa il lasciapassare verso nuove fette di mercato. Già in fase di progettazione –si pensi sempre alle caratteristiche sopra descritte della zona lavoro– il confronto con il cliente permette la realizzazione di soluzioni su misura, in grado di rendere unico un prodotto standard e di assecondare i bisogni dell'azienda utilizzatrice. la capacità di sapere guardare al mercato, comprenderne i trend e, qualora possibile, anticiparli, con uno sguardo attento in particolare a tutto ciò che è innovazione. Rientra in questo ambito anche l'attenzione alla progettazione di soluzioni capaci di garantire elevate prestazioni, risparmio energetico e di risorse, e un impatto ambientale ridotto. avvalersi a propria volta di fornitori competenti e certificati. La scelta dei partner lungo la catena di fornitura determina la qualità finale del macchinario, in termini di livello qualitativo dei materiali forniti, di velocità nella risposta e di rispetto delle tempistiche di fornitura, chiamate a essere sempre più rapide. fornire un pre e post vendita strutturati e in grado di rispondere alle esigenze della propria clientela, possibilmente con soluzioni su misura. Dalla consulenza progettuale alla fornitura di pezzi di ricambio, fino all'assistenza e alla manutenzione, il servizio offerto –in loco o da remoto che sia– dovrà essere qualificato, effettuato con precisione e con una pronta risposta. investire in una continua R&S (Ricerca e Sviluppo) incentrata sui materiali, sui componenti e sulle tecnologie più innovative. I fatti dimostrano la validità di questo approccio, le aziende che hanno saputo sviluppare una flessibilità nella gestione e realizzazione dei propri macchinari sono riuscite non solo a mantenere ma addirittura ad aumentare le proprie quote di mercato, persino nei lunghi anni della crisi economica. In sostanza, diventare efficienti per potere garantire a propria volta soluzioni che portino l'efficienza all'interno del processo produttivo delle aziende clienti. Scegli la giusta macchina: scarica ora il manuale gratuito sulla presso piegatura che trovi gratuitamente qui sotto.
In un post precedente ci siamo addentrati nell'ambito della legislazione da affrontare prima dell'acquisto di una pressa piegatrice. Oggi cercheremo di capire le differenti caratteristiche che una macchina deve avere per essere sicura a norma di legge. L'importanza delle varie fasi “La macchina pressa piegatrice deve già in fase di progettazione tenere conto del principio di integrazione della sicurezza che riguarda non solo l’uso della macchina in servizio, ma anche delle fasi di regolazione, manutenzione, montaggio e smontaggio” cita il manuale di sicurezza Inail sulle presse piegatrici. Quindi il momento migliore per raggiungere gli obbiettivi, mettendo in sicurezza le presse piegatrici, è – come si sarà compreso – quello definito nella fase di progettazione, poiché nello stampaggio di lamiere non si può lasciare nulla al caso e per raggiungere tali obbiettivi partiamo dal presupposto che la macchina che vogliamo acquistare e inserire in azienda deve essere più sicura di un'astronave. I fattori da considerare Iniziamo da qui: muting (inibizione) e blanking (soppressione). Per il muting, si tratta del fatto che le presse piegatrici sono solitamente progettate in modo che per un tratto della corsa il punzone abbia una certa velocità (per esempio 100mm/s). Successivamente, in un punto chiamato “di muting” programmato con il CNC a bordo macchina, il punzone prosegue la sua corsa fino a piega eseguita a bassa velocità (≤10 mm/s). Questo funzionamento è possibile se la macchina è provvista di un comando ad azione mantenuta e un sistema con dispositivo di sicurezza a fotocellula. Il blanking, invece, è una funzione disponibile per barriere ottiche in cui alcune parti del campo sensibile possono essere disattivate. Questo vuol dire che una o più aree della zona di rilevazione della barriera ottica sono rese inattive per poter permettere a una parte del pezzo in lavorazione di entrare nella zona di rilevazione senza attivare il dispositivo di protezione. La soppressione può essere incorporata nel dispositivo di protezione optoelettronico solo finché la distanza di sicurezza è tale da garantire che raggiungere la zona pericolosa sia impossibile. Gli altri punti di sicurezza Ci rendiamo conto che un solo post non può essere esaustivo dell'argomento, ma continuiamo qui con gli altri punti in una sorta di elenco ipotetico se vogliamo acquistare una buona pressa piegatrice: dobbiamo, per esempio, fare caso alla configurazione delle barriere materiali (ripari che possono essere di due tipi: fisso a segregazione totale che impedisce l’accesso alla zona pericolosa da tutti i lati, saldamente assicurato alla macchina, a un’altra struttura rigida o al pavimento e quello detto “a riparo interbloccato” associato a un microinterruttore, fatto apposta per impedire, se utilizzato assieme ai ripari fissi, l’accesso alla zona pericolosa durante qualsiasi movimento pericoloso) e barriere immateriali (si intendono fotocellule di sicurezza composte da apparecchi di protezione elettro sensibili che utilizzano dispositivi di protezione optoelettronici attivi dove la sicurezza dell’operatore è data dal rilevamento della parte del corpo umano che entra nella zona pericolosa e provoca l’arresto dei movimenti pericolosi). E poi ancora in posizione verticale o in posizione orizzontale, sistemi laser scanner, comando a due mani, con altre zone del corpo da proteggere come la zona anteriore, laterale e posteriore di chi lavora a una pressa piegatrice, sono solo alcuni dei fattori che dobbiamo tenere presenti quando parliamo di sicurezza delle macchine. Progettisti, produttori e sicurezza I progettisti devono prendere tutte le misure pratiche per garantire che i dispositivi inseriti nelle macchine che progettano non diventino un pericolo per chiunque costruisca, installi, usi, mantenga o effettui riparazioni, mentre sia i progettisti, i produttori e i fornitori di presse piegatrici e dispositivi di protezione individuali hanno doveri legali che devono soddisfare anche tutte le norme internazionali. Infatti, i differenti sistemi di comando come quello a due mani o il pedale a tre posizioni e in generale tutti i sistemi di comando e controllo della pressa piegatrice e i componenti di sicurezza a essi associati (laser, scanner e via dicendo) hanno per le presse piegatrici una rilevanza primaria. Tenendo in considerazione tutte le caratteristiche precedentemente elencate, si troverà ad assicurare una maggior sicurezza anche se si sta cercando di acquistare nel mercato dell'usato: ampio e ben fornito e, come abbiamo potuto notare, che ogni costruttore ha in casa. Ora che sai le caratteristiche che una pressa piegatrice deve avere per essere a norma, scegli quella giusta per te: scarica ora il manuale di pressopiegatura che trovi gratuitamente qui sotto.
Le leggi di cui tenere conto sia in Europa, sia fuori dal contesto europeo sono numerose così come le normative e i certificati di sicurezza, perché le presse piegatrici fanno parte di quella tipologia di macchine che ne vedono coinvolte diverse, a seconda del tipo di dispositivo di sicurezza impiegato sulla macchina. Vediamo di capire l'importanza e i campi di applicazione delle leggi, ma anche dei decreti legislativi di chi è sottoposto a tali obblighi e come questo può aiutare a scegliere il meglio nell'ambito delle presse piegatrici. L'importanza dei certificati Sono innanzitutto i costruttori dei prodotti a essere i primi coinvolti nell'ambito delle leggi e delle certificazioni: una volta individuata la pressa piegatrice, si deve cercare di capire se questa mantenga gli standard che tali leggi o normative richiedono. A tal proposito abbiamo consultato il manuale dell'Inail (ex Ispesl) per l'utilizzo in sicurezza delle presse piegatrici (Caratteristiche di funzionalità e sicurezza dei dispositivi a protezione del fronte lavorativo delle presse piegatrici idrauliche). La legislazione è costruita dalle leggi dello Stato già operanti (in questo caso come si intende il “D.P.R. 27 Aprile 1955 n. 547 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”), nonché delle direttive europee recepite e tramutate in leggi che si applicano al campo delle macchine dove la presenza di macchine per la lavorazione a freddo dei metalli è significativa. Norme, leggi e decreti in Italia I contenuti del suddetto Decreto vengono applicati al D.P.R. 547/55 alle presse piegatrici, più in generale al titolo IV “Norme particolari di protezione per determinate macchine”, nel capo VI “Presse e Cesoie”: il 115 recita che le presse, le trance e le macchine simili devono “essere munite di ripari o dispositivi atti a evitare che le mani o altre parti del corpo siano offese dal punzone o da altri organi mobili lavoratori”; il 117 prevede che ci debba essere un movimento lento e altri dispositivi o accorgimenti per eliminare eventuali pericoli; il 78 prevede un comando a pedale; il 77 prevede la collocazione dei comandi di messa a moto; secondo il 76 ogni macchina deve avere un organo di comando per la messa in moto e l'arresto ben riconoscibili e a facile portata del lavoratore. I requisiti di sicurezza Il costruttore ha quindi l'obbligo di produrre macchine rispondenti ai requisiti essenziali di sicurezza, ma sottolineiamo che il documento di una norma tecnica viene reso obbligatorio solo se ne viene fatto cenno all'interno di una legge, altrimenti il costruttore può inserire tale norma su base volontaria. Quali sono i sistemi e le tecnologie per i quali l'Italia e la Comunità Europea tutta si danno un gran daffare in ambito legislativo li vedremo più avanti. I pro e contro dei sistemi Diversi sistemi, diversi pro e contro. Ciò che abbiamo detto prima in sostanza sulle norme e i decreti si ribalta di fatto sulla tecnologia: per quanto riguarda la barriera fotoelettrica i limiti di impiego sono quelli di pezzi e scatolati di piccole dimensioni, la possibilità di riflessione dei raggi infrarossi con l'utilizzo di lamiere riflettenti o il pericolo per l'operatore nel caso di errore nell'impostazione del punto di muting (o soppressione), mentre i pregi sono la protezione elevata, la possibilità di operare con barriera in verticale o in orizzontale e con ogni tipo di utensile. Per i sistemi laser che si muovono con la traversa i pregi sono proprio quelli di lavorare con pezzi piccoli e scatolati e i limiti di impiego riguardano un punto di soppressione molto alto o il rispetto della distanza di sicurezza solo in particolari condizioni di lavoro, il pericolo nel caso di sostituzione del punzone. Vecchie tecnologie inadeguate Per i sistemi di monitoraggio fissati alla tavola della pressa piegatrice c'è il monitoraggio al laser, che però – come il monitoraggio a luce non coerente che vedremo più sotto - non è più rappresentativo dello stato dell'arte di queste macchine. Il primo non garantisce la protezione completa della zona pericolosa, è obbligato a frequenti regolazioni della posizione del raggio e, nel caso di lamiere non perfettamente piane, la regolazione risulta difficile. Il monitoraggio a luce non coerente, invece, ha un raggio infrarosso che può essere riflesso dalla lamiera in lavorazione e la divergenza del raggio non garantisce il corretto funzionamento Tx-Rx. Ora che conosci l'aspetto legale della scelta di una pressa piegatrice, scegli quella più adatta a te: scarica ora il manuale gratuito di pressopiegatura.
Aumentare la produttività aziendale con le celle robotizzate Matrix a marchio VICLA. Operazioni su pezzi pesanti e spessi, con un software all'avanguardia: i punti di forza delle celle robotizzate Matrix. Flessibilità e velocità nella produzione, fermi macchina ridotti al massimo, possibilità di errore ai minimi livelli, tempi molto ristretti di set-up. Sono tra i principali punti fermi alla base della progettazione delle macchine VICLA. Caratteristiche a garanzia di una qualità superiore del prodotto finito, grande resistenza, un considerevole abbattimento dei costi e una maggiore produttività. Valori che sanciscono un’appartenenza piena e consolidata del marchio alle innovazioni Industria 4.0. Le celle robotizzate Matrix prodotte dall’azienda di Albavilla in provincia di Como sono in grado di offrire performance con alti standard di perfezione ed efficienza. Con la possibilità di intervenire su pezzi di grosso spessore che pesano fino a 400 kg. Operazioni che prima dell’introduzione delle celle robotizzate venivano eseguite solo mediante saldatura e altri interventi molto più complicati. Tre sono i gruppi principali che compongono la configurazione standard delle celle robotizzate Matrix di VICLA: movimentazione tramite pressa piegatrice e robot antropomorfo; gestione con software di programmazione fuori linea, il cervello con interfaccia user-frendly che permette una programmazione fino a 4 diverse celle con robot di piegatura e della pallettizzazione dei pannelli piegati; completamento con caricatore, piano di carico, misuratore di spessore, ribaltatore e grippe. Elettronica sofisticata e affidabile, accoppiamenti a ingranaggi con recupero automatico dei giochi a garanzia della ripetibilità di posizionamento. Inoltre, protezione della macchina nel tempo grazie a una spinta ridotta contro i riscontri posteriori per l’allineamento della lamiera. E ancora, polso robot ad albero cavo che permette di evitare i rischi di arrecare danni con il pezzo di lamiera in movimento. Altre prerogative tecnologiche sono la disposizione orizzontale del braccio del robot. Accorgimento che consente di collocare il pezzo in matrice attraverso un sostegno sia superiore che inferiore. Ulteriore vantaggio è la semplicità di gestione grazie alla linearità degli assi che consentono di posizionare il braccio della cella robotizzata sempre allo stesso modo. Sia rispetto alle stazioni di piegatura che ai pallet. Infine, la trave di scorrimento orizzontale permette il passaggio di carrelli elevatori di medio carico, grazie a un posizionamento sopraelevato da 2.300 mm fino a 2.950 mm. In questo modo la trave non preclude l’utilizzo manuale della cella senza interferire con l’ingombro. Si tratta in definitiva di una somma di prerogative tecniche d’avanguardia e d’innovazione che fanno delle celle robotizzate Matrix di VICLA macchine molto richieste dai mercati. Scopri come scegliere nel modo migliore la tua prossima pressa piegatrice: scarica ora il manuale gratuito sulla pressopiegatura.