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Pressa piegatrice: che cos’è e come funziona

Le presse piegatrici sono macchine estremamente versatili e allo stesso tempo complesse. La tecnologia su cui fondano il funzionamento è solo all’apparenza banale, ma nasconde invece notevoli evoluzioni in campo meccanico e tecnologico. 

In effetti, se confrontiamo una pressa piegatrice moderna e una di cinquant’anni fa, a uno sguardo esterno sembra che poco sia cambiato. La verità, invece, è che sono due macchine completamente diverse; gli elementi esteriori possono anche essere rimasti fermi al tipico design che tutti conosciamo, ma la meccanica e l’elettronica si sono evoluti in modo silenzioso e inesorabile.

Concettualmente, tra una piegatrice del passato e una moderna, non ci sono cambiamenti nel processo; entrambe, infatti, condividono lo stesso scopo: avvicinare un punzone ad una matrice fino ad una determinata quota nel modo più preciso e ripetibile possibile. 

Eppure, la pressa piegatrice moderna è il risultato di un’evoluzione costante. Proprio come è accaduto con l’automobile, che da semplice e quasi rudimentale mezzo di trasporto è diventata una vera propria macchina high-tech, così anche la piegatrice è ormai un concentrato di innovazione tecnologica e meccanica. Eppure, sia nel caso della macchina, sia nel caso della pressa piegatrice, le componenti meccaniche di base sono sempre le stesse, che però nel tempo sono state migliorate ed affinate.

Per comprendere quali sono state le tappe fondamentali della pressopiegatura della lamiera e conoscere qual è la tecnologia migliore che unisce efficienza, efficacia, costi di esercizio e versatilità, è necessario fare un viaggio indietro nel tempo e conoscere un po’ di storia delle presse piegatrici

Tra i Paesi pionieri, c’è senza ombra di dubbio l’Italia.

In una zona circoscritta nella Brianza sono fiorite le realtà che hanno portato in alto il nome dell’Italia e ancora oggi, all’interno del settore della pressopiegatura, il nostro Paese è conosciuto in tutto il mondo per la grande tradizione e la qualità nella costruzione delle presse piegatrici.  

Nomi importanti come Mariani e molti altri hanno letteralmente inventato questa tecnologia. 

Facciamo ora un breve viaggio nei sistemi che si sono susseguiti, soffermandoci sul non plus ultra di oggi: la piegatrice idraulica ibrida

Presse piegatrici: tipologie e caratteristiche

1) Presse piegatrici meccanichepresse piegatrici meccaniche a confronto con le presse piegatrici idraulicheLe piegatrici meccaniche sono ancora utilizzate in molte officine per fare lavorazioni marginali, anche se ormai sono macchine considerate fuori legge da un punto di vista di sicurezza e, quindi, non possono essere utilizzate dagli addetti. Leggi il nostro articolo di approfondimento riguardante le caratteristiche che una piegatrice deve avere per essere a norma di legge.

In passato, le piegatrici meccaniche più conosciute erano a marchio Mariani o Omag; erano caratterizzate da un movimento estremamente rapido e da una grande forza di pressione. 

2) Presse piegatrici idrauliche tipo "RG" Promecampresse piegatrici rg promecamNate in Francia grazie all’intuizione dell’ italo-francese Roger Giordano, le piegatrici idrauliche tipo RG Promecam sono macchine compatte e basse. La loro caratteristica più evidente è il movimento del banco, diverso da tutte le altre presse piegatrici. 

Infatti, se di solito è la parte superiore - detta “traversa”- che scende, in questo caso è il banco che sale.

Il movimento è ottenuto mediante la spinta di un sistema idraulico centrale. Semplici e molto affidabili, hanno praticamente fatto la storia della pressopiegatura italiana e non solo. Ad oggi non rispondono più alle normative di sicurezza in quanto non presentano il punto di cambio velocità e non sono equipaggiate con i moderni sistemi di sicurezza. 

Possono, quindi, lavorare solamente se vengono adeguate con kit specifici

La loro diffusione ha interessato un lungo periodo e non è raro ancora oggi trovarne in molte officine ancora operative; nel secondo Dopoguerra hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione, in quanto il banco contrastava la naturale flessione della traversa. Quest’ultima, poi, essendo piuttosto bassa e compatta, permetteva di ottenere dei profili chiusi di grandi dimensioni, che riuscivano ad “abbracciare” la parte superiore della macchina.

3) Presse piegatrici idrauliche a barra di torsione

presse piegatrici a barra di torsione

Sono le antesignane delle sincronizzate a cui assomigliano molto nell'aspetto. Il movimento è demandato alla traversa che scende mediante una coppia di pistoni idraulici. 

Solitamente dispongono di due o tre assi:

  • X per il carro posteriore;
  • Z per l'altezza del carro posteriore;
  • Y per la discesa della traversa. 

La caratteristica di queste macchine è che i due cilindri sono collegati meccanicamente attraverso una barra che ne accoppia il movimento fino al “punto morto inferiore”

Quest'ultimo è regolato attraverso il movimento di due chiocciole che scendono o salgono per regolare l'altezza della fine corsa dei cilindri e della traversa. 

Il controllo della macchina è demandato a un semplice posizionatore, spesso privo di memoria interna.

4) Presse piegatrici idrauliche sincronizzate

pressa piegatrice idraulica-1

Ad oggi, la pressa piegatrice idraulica sincronizzata è la macchina moderna più diffusa. 

Prevede il movimento della traversa superiore mediante due cilindri idraulici indipendenti e regolati da apposite valvole proporzionali

La macchina, in questo modo, è più versatile e permette all’operatore di agire su entrambi i cilindri in maniera indipendente per modificare la discesa della traversa e contrastare eventuali irregolarità della lamiera. 

Può capitare frequentemente, infatti, che un pezzo si pieghi di più da un lato rispetto all’altro a causa delle già citate variabili della materia prima. 

Il controllo numerico di una piegatrice idraulica sincronizzata è molto più evoluto rispetto al posizionatore della pressa piegatrice a barra di torsione. Il CNC permette all’operatore di effettuare molte regolazioni: dal tempo di stazionamento al “punto morto inferiore”, dalla velocità di piega alla decompressione. 

5) Presse piegatrici elettriche

Rappresentano in ordine di tempo l'ultima evoluzione delle presse piegatrici e, ancora oggi, sono da considerarsi una soluzione border line per alcune specifiche esigenze. 

Le presse piegatrici elettriche garantiscono velocità e ripetibilità, unite a bassi consumi, tuttavia sono meno versatili e hanno costi molto più elevati rispetto alle piegatrici idrauliche sincronizzate

Esistono sostanzialmente due tecniche per azionare una piegatrice elettrica: con viti a ricircolo di sfere o mediante apposite cinghie. 

Il futuro della pressa piegatrice: la pressa piegatrice ibrida

pressa piegatrice ibride

Le presse piegatrici idrauliche sincronizzate rappresentano ad oggi il terreno fertile dove applicare le innovazioni tecnologiche e i miglioramenti con risultati assolutamente importanti. 

VICLA ha colto questa occasione con grande impegno, specializzandosi nella tecnologia ibrida.

Tale soluzione consente di prendere il meglio da ogni sistema, unirlo e tradurlo in una soluzione all’avanguardia, che si distingue per: 

  • precisione;
  • ripetibilità;
  • consumo energetico; 
  • rapporto qualità-prezzo.

Precisione millesimale

Le presse piegatrici ibride VICLA possono garantire posizionamenti millesimali della traversa, per pieghe sempre precise e costanti: tutte le eventuali irregolarità sono da imputarsi esclusivamente ai naturali fattori di variabilità della materia prima. 

Questa precisione chirurgica è possibile grazie all’impiego di meno olio rispetto ad una piegatrice idraulica tradizionale.

Basti pensare che, ad esempio, in una idraulica sincronizzata ibrida VICLA .SUPERIOR da 110 tonnellate c’è un doppio serbatoio di appena 50 litri per camera (rispetto ai 200 litri impiegati da una piegatrice idraulica). 

Poco olio significa poche condotte, tubi ridotti, minor calore e espansione, riduzione di giochi e usura. 

Due potenti motori elettrici agiscono esclusivamente e direttamente sulla minima quantità di olio necessaria. 

Precisa ripetibilità

La ripetibilità è una diretta conseguenza della minor quantità di olio utilizzata. 

Scaldare litri di olio che scorrono all’interno di metri di tubi comporta effetti collaterali notevoli, primo fra tutti la perdita di precisione. Ciò diventa più che evidente mano a mano che la macchina viene utilizzata dopo numerosi cicli di lavoro e l’incostanza diventa visibile ad ogni piega. 

Grazie anche a un serbatoio più piccolo, a un circuito compatto che consente di avere poco olio che cambia il suo volume al variare della temperatura, le presse piegatrici VICLA mantengono la precisione di piega ad ogni ciclo di lavoro.

La ripetibilità è garantita anche da una precisione e una robustezza costruttiva di eccellenza. Senza queste qualità di fondo nessuna elettronica o ritrovato tecnologico potrebbe esprimere le sue potenzialità reali. 

Piegatrice ibrida: fino al 78% di risparmio energetico

Se confrontiamo le performance di una piegatrice ibrida rispetto a una pressa piegatrice idraulica sincronizzata tradizionale, i risultati sono davvero impressionanti: il risparmio energetico, in condizioni standard, è pari al 55%.  

Ma possono essere raggiunti limiti ancora migliori: se con la tecnologia ibrida di serie si ottiene il 55% di risparmio energetico, con l’opzione Hybrid Plus, una sofisticatissima componente idraulica esclusiva, si raggiunge un risparmio energetico addirittura del 78%!circuito ibrido di una pressa piegatrice ibrida cnc Ciò è possibile grazie ad una filosofia di utilizzo semplice, quanto efficace: consumare solo quando la piegatrice sta piegando.

In una piegatrice idraulica sincronizzata tradizionale c’è sempre un grande motore trifase che non viene mai spento, anche mentre l’operatore attrezza la macchina, programma il controllo numerico, organizza i pezzi nei pressi della propria postazione o, semplicemente, osserva il disegno dell’articolo da lavorare. 

Il motore ad alta coefficienza di una piegatrice ibrida VICLA, invece, entra in accensione esclusivamente quando l’operatore aziona la macchina premendo il pedale della discesa. Si tratta di un grandissimo vantaggio in termini economici, anche nel breve termine. 

Per quanto riguarda il costo, il vantaggio di una tecnologia ibrida è ancora più evidente. 

Questo perché, paragonando il sistema ibrido VICLA con una piegatrice elettrica che consente comunque un risparmio energetico, il costo di acquisto è ancora una volta favorevole alla tecnologia ibrida. 

Ma c’è di più: le piegatrici elettriche, specie se adottano un sistema a cinghie, hanno una struttura molto diversa che le rende in generale meno versatili. 

Impossibile, infatti, riuscire a piegare pezzi particolari quali tramogge, vasche di una certa profondità o scivoli, perché la loro struttura chiusa sui lati e il massiccio utilizzo di carenature crea numerosissime occasioni di collisione tra i pezzi e la macchina. 

La piegatrice idraulica ibrida, invece, consente come ogni idraulica di lavorare anche “uscendo” dalla macchina lateralmente, con una grandissima versatilità di impiego.

Ora che conosci quali sono le diverse tipologie di presse piegatrici, scopri anche tutto quello che devi sapere sulla pressopiegatura: scarica ora il nostro manuale pdf gratuito.

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